PARTE 1: IL BAUHAUS E LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE 

PARTE 2: NUOVE SOSTANZE


PARTE 1

Con il Bauhaus di Deassau si arriva ad un nuovo salto di paradigma nell'architetttura; da una parte vi è l'accademia, devota la rigore e al metodo, dall'altra vi è questa nuova scuola delle arti applicate che ha poco a che vedere con l'accademia.

La sede si trovava inizialmente a Weimer. Con 
Walter Gropius venne poi costruita la nuova sede a Deassu, ciò fu dovuto ad un forte rifiuto da parte degli intellettuali dell'epoca e dell'accademia stessa.
La nuova struttura era compresa da laboratori, aule scolastiche, teatro, cucina, mensa, biblioteca, uffici...

Di fronte al concetto di architettura come atto celebrativo, la scuola del Bauhaus lo ridefiniva come anticelebrativo, antiretorico, inoltre andava integrato il discorso industriale. Si definisce così il programma della scuola come un programma allargato a più ambiti.



Le nuove strutture cambiano, soprattutto concettualmente; 
  • si passa così da strutture continue a strutture puntiformi permettendo così una maggiore espressività.


  • Anche la città cambia, da una chiusa circondata e protetta da alte mura si passa ad un sistema aperto. Cambia anche il modo di percepire laa stratificazione della città stessa, dove inizialmente vi erano grandi mura a definire i prospetti delle città ora il recinto scompare.
  • L'espressione cambia, da una visione sintetica si passa ad una frammentaria. Il metodo basato sulla tipologia della basilica, della pianta centrale, della domus, diventa fortemente atipologico, dove però ritorna il tema del prodotto prefabbricato.


  • La visione, prima figurativa, relegata al mondo delle figure definite, passa per una visione astratta, dove le parti sono non più nominabili.                                                                                                                                                            In un certo senso, mi chiedo se l'aspetto figurativo si possa collegare anche al riconoscere in geometrie specifiche una caratteristica dell'edificio (il simbolo per la cosa designata), e ciò scemi lì dove non si può più affidare al triangolo l'immagine di tetto e al quadrato l'immagine del contenuto, della casa.
  • L'igiene cambia, mentre le città prima erano sporche, ombrose, la nuova città è più luminosa.
  • Mentre per il passato il catalizzatore era la prospettiva adesso vi è la trasparenza.


PARTE 2

Con Persico si afferma il concetto di Sostanza di cose sperate, concetto che riguarda i processi industriali, l'edilizia popolare, i servizi, l'urbanistica...
Nella sostanza delle cose sperate c'era una visione moderna, un'opportunità, si viene a delineare un nuovo modello di città creato in seguito alla rivoluzione industriale.
Il tema di base è il rinnovamento dell'architettura che può essere ripensata grazie a queste nuove sostanze e, così, da una crisi vi possono essere nuove opportunità.

URBANSCAPE

Avendo già precisato che la produzione dipende per la maggior parte dall'informazione, pensiamo alle nuove città dove gli edifici tipici per funzione vengono a diventare un tutt'uno e il concetto di luogo diventa sempre meno importante (tenerne conto è cosa rilevante).
Le opere architettoniche vengono definite come grandi opere di paesaggio, opere di grande ripensamento della città, soprattutto lungo le "brown areas", aree dismesse a cui si cerca di ridare valore.
Importante, è ripensare a queste città anche in termini spaziali, pensando ai concetti di stratificazione e ibridazione.
Recycle City


PAESAGGIO

Il paesaggio come paradigma è diventato motivo di discussione della sua residualità.
Se prima era il panorama industriale che stava diventando la nuova realtà oggi si sta prendendo la direzione dell'informazione cercando di esaltare le qualità della natura, non limitandola o relegandola in un recinto, ma mettendola in comunicazione con la città, una sorta di composto che interagisce nelle sue parti.

L'idea della città è cambiata nel tempo anche per la questione climatica, che prima interrogava non troppo doverosamente oggi preoccupa.
Interessante è notare come anche la cinematografia sia cambiata in rapporto alle nuove esigenze, dove prima si proponevano paesaggi costellati da auto volanti, città nude ricoperte di luci al neon, città che raccontavano il futuro della nuova tecnologia; 
a queste si oppone oggi la città verde che sfrutta l'energia della natura per muoversi, una città che si modella secondo necessità specifiche, dove la limpidezza delle facciate sostituisce la città della notte.
Anche il paesaggio distopico creato dalla condivisione sembra non voler più essere quello del degrado e del dinamismo, anche googlando la città del futuro escono risultati ben diversi dai primi citati.
Mi interessava questo contrasto d'idee, da una parte una civiltà tecnologicamente avanzata, legata agli sprechi e al consumismo, dall'altra, un nuovo modello di città legata alla natura. In un certo senso c'è un'idea del rudere, ripreso nei suoi caratteri più affascinanti tra cui il rapporto tra il costruito e la natura che ne riprende possesso. Qui è evidente quella calibrazione tra le variabili agricole e dell'informazione, che collaborano per ridefinire la città.
FutureScape


COMUNICAZIONE

Le critiche rivolte alle nuove città, alle nuove architetture ripartono come fatto da scongiurare, quello delle pubblicità, della spettacolarizzaione dell'opera. Al tema comunicativo si aggiunge poi quello del simbolico che cerca così di sovraccaricare l'opera di significati nascosti che dominano la scena a sfavore di un discorso di funzionalità.  Se in precedenza abbiamo visto un'architettura svuotata dal tema della comunicazione, adesso questo si presenta in maniera sempre più ridondante. Le nuove architetture sono prodotti da acquistare, che narrano ancora prima di dare funzioni al luogo e tutto ciò porta alle critiche già prima citate.

Personalmente il tema comunicativo è sempre stato qualcosa che mi ha causato grandi dubbi, soprattutto, durante il processo elaborativo, questo anche per l'impostazione, un pò forzata, che viene proposta nei luoghi di apprendimento. 
Mi domando, a questo punto che cosa si intenda per comunicare e se ci sia la necessità di creare un racconto.

"Consapevole delle proprie responsabilità e forte del proprio ruolo, la comunicazione è un’espressione sociale, un mettere un valore al servizio di qualcuno o qualcosa fuori da sé: non basta pronunciare, scrivere o disegnare per comunicare; la comunicazione avviene quando arriva, quando l’espressione è compresa e diventa patrimonio comune per la costruzione di una discussione, di un sapere, di una cultura."
(una parola al giorno)

In tal senso mi sembra più interessante parlare di comunicazione come valore aggiunto che crei senso di comunità e costituisca così un elemento importante nel patrimonio mentale di ognuno di noi.
Mental Heritage

IPERFUNZIONALITA'

C'è stata nel tempo una liberazione dalle "direttive" generali dove si è sempre pensato alla razionalità, al rigore.
L'apertura importante è avvenuta anche nei confronti della funzionalità, sono stati così ottimizzati gli spazi, ridotti gli sprechi portando gli edifici ad essere più responsabilmente progettati, anche in termini di costo, portando così alla definizione del termine multitasking.
Smart Building


SISTEMA/SPAZIO
 
C'è un allontanamento dal concetto di organo/spazio verso un altro di sistema/spazio, questo in seguito ad una sempre più forte progettazione in termini funzionali proposta dalla Nuova Soggetività.
Così l'architettura diventa un meccanismo di ambienti che porta ad una forte coesione tra le parti trasformando l'insieme in un organo spaziale.
RIVOLUZIONE INFORMATICA

L'attenzione si sposta su tre sostanze:
  • La consapevolezza della frammentarietà del paesaggio metropolitano porta a ridefinire la città nelle sue parti. Una frammentarietà che può sparire anche tramite i nuovi sistemi di comunicazione, e questo lo si può vedere banalmente in queste rappresentazioni in cui viene riportato il percorso di un soggetto che aveva come scopo quello di disegnare con il gps delle figure nello spazio. 
  • Il paradigma del nuovo paesaggio che è costituito da una rapporto costante tra natura e artificiale, dove l'architettura, la scienza, la tecnologia guardano alla natura.
  • Si considera l'edificio non solo come un meccanismo perfetto tra le varie parti, ma lo si rapporta come un sistema al contesto creando un dialogo (connessione tra ambiente ed edificio, architettura interattiva definita IPERARCHITETTURA).








Fonti:


Illustrazioni:










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